LA TOSSINA BOTULINICA
La tossina botulinica è una neurotossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum. A seconda della loro struttura sono stati identificati ben 7 sierotipi. Tutti vari sottotipi presentano una struttura simile: sono costituiti da 3 domini L, HN e HC, quest’ultima contiene un doppio sito di legame attraverso i quali lega specificatamente ad apposite proteine poste sulla membrana presinaptica. A tale legame segue l’internalizzazione nella cellula, e successivamente all’interno della vescicola sinaptica. Il legame con la membrana vescicolare induce un cambiamento della conformazione del dominio HN che forma una proteina chaperon transmembrana, la quale a sua volta stacca la subunità L che essendo una metalloproteasi taglia il legame tra le proteine VAMP/sinaptobrevina e SNAP 25 che sono dei componenti fondamentali per la neuroesocitosi, inibendo pertanto il rilascio dell’acelticolina dal terminale sinaptico. Ciò determina quindi un blocco presinaptico irreversibile della trasmissione colinergica periferica, sia a livello della placca neuromuscolare che dei terminali simpatici e parasimpatici. La denervazione chimica prodotta è responsabile dell’effetto di indebolimento dell’attività muscolare e della riduzione delle secrezioni ghiandolari. Dopo alcune settimane si verifica un processo di gemmazione assonale per contrastare la chemodenervazione prodotta dalla tossina, e successivamente la stabilizzazione del terminale presinaptico principale e la rigenerazione delle proteine clivate dall’attività proteolitica della tossina botulina determinano il graduale esaurimento del suo effetto e il recupero della funzionalità del terminale sinaptico.
Applicazioni
Già dagli anni 80 la tossina botulinica veniva utilizzata in campo medico per il trattamento di diverse condizioni patologiche. La prima indicazione della tossina botulinica era il trattamento dello strabismo; già alla fine degli anni 80 ne fu approvato l’utilizzo per il trattamento del blefarospasmo e dell’emispasmo facciale. Negli anni la tossina botulina è stata ampiamente studiata ed utilizzata per il trattamento di numerose condizioni morbose quali: distonie, spasticità, cefalea cronica, iperidrosi, scialorrea, alcuni disturbi del movimento (tremore, tics e la Malattia di Parkinson), vescica neurogena.
Attualmente i sierotipi di tossina utilizzati in commercio sono sostanzialmente 2:
- Tipo A: disponibile in diverse preparazioni: Onabotulinumtoxin A (Botox); Abobotulinumtoxin A (Dysport); Incobotulinumtoxin A (Xeomin)
- Tipo B: Rimabotulinumtoxin B (NeuroBloc)
La tossina botulinica può essere somministrata per via intramuscolare o per via sottocutanea a seconda della patologia trattata. L’operatore può avvalersi di diverse guide strumentali come ausilio nell’infiltrazione quali l’ecografia o l’elettromiografia, al fine di individuare con precisione le strutture da infiltrare.
Le dosi e i siti di infiltrazione vengono valutati caso per caso dal medico, per cui a seconda dell’effetto ottenuto questo potrà decidere di variare sia la dose che il numero di siti da infiltrare. Gli effetti della tossina botulinica sono apprezzabili dopo 2-7 giorni dopo il trattamento, raggiungendo la massima efficacia in circa due settimane. L’effetto è temporaneo e tende a svanire gradualmente, dunque è necessario ripetere nel tempo le infiltrazioni: di solito ogni tre-sei mesi circa.
Effetti avversi
Gli effetti collaterali della tossina botulinica sono di solito transitori e non particolarmente severi. Possono presentarsi effetti avversi immediati sul sito di iniezione quali dolore, gonfiore, lividi e sanguinamento. Altri effetti collaterali comuni sono legati alla diffusione del farmaco nei gruppi muscolari adiacenti al sito di infiltrazione, producendo dunque una debolezza non voluta, ma transitoria in muscoli non trattati.
Le complicanze sistemiche come la stanchezza generalizzata, sintomi simil-influenzali o lo sviluppo di gravi alterazioni elettromiografiche sono molto rare. Inoltre una piccola percentuale di pazienti (<1%) può sviluppare anticorpi neutralizzanti la neurotossina, con conseguente perdita di efficacia della terapia.